Cerco un centro di gravità – parte II
Ma torniamo al bernoccolo(non sono così sicuro che fosse uno solo) Newtoniano sulla testa di Jobs dopo la sbornia allo Xerox PARC, è noto che il saldatore dalla parte del manico l’ha [singlepic id=876 w=150 h=120 float=left]avuto Wozniak mentre il meticoloso SJ era impegnato a trovare il modo di portare il personal computer nelle case facendo leva sull’intuitività e la prontezza di utilizzo appena fuori dalla scatola(non era ovvia all’epoca come oggi). La soluzione al problema arriva proprio dall’implementazione di mouse e icone come oggi le conosciamo in un prodotto rivolto al grande pubblico: il Macintosh.
Fortuna, intuito, destino, chiamatelo come volete ma il risultato di quello che venne prodotto in quegli anni, all’ombra di un melo, lo avete davanti agli occhi e sotto i polpastrelli.
Ora impostiamo la macchina del tempo sul 1993, nonostante ottimi prodotti Apple, chiusa nella sua filosofia non riesce a e espandere la sua fetta di mercato, è sola contro tutti i produttori di PC-compatibili spalleggiati da un’azienda che si occupa di finestre. Mentre la velocità dei clock aumenta ad un ritmo superiore a quello della popolazione mondiale, Apple conscia della sua impareggiabile capacità di realizzare utopie presenta Newton, non Isacco ma il primo PDA conosciuto dal pubblico e degno di tale nome, flop dato dalla tecnologia non il linea e dal mercato non ancora pronto. [singlepic id=235 w=150 h=180 float=left]Segnate questo bernoccolo perché non a caso negli anni seguenti fioccarono aggeggi simili (Palm, RIM, Windows Mobile, Symbian vi dicono niente?) per poi estinguersi con il persistere di evidenti limiti tecnologici (e tornare con il ritorno della mela), mentre a Cupertino la ferita non si rimarginava, l’idea era grandiosa ma non potevano sapere che solo nel nuovo millennio avrebbero potuto implementare il futuro nel silicio come nessun’altra aveva mai fatto.
Ops, ho dimenticato un dettaglio forse non trascurabile, Steve Jobs abbandonò Apple nel 1985 per divergenze interne, si mise in proprio a fare computer: follia pura in un mercato come quello in quegli anni, infatti in una decade sia Apple che la nuova azienda di Steve (NeXT) si trovarono in gravi difficoltà. Soluzione: Apple acquisisce NeXT, Jobs torna “a casa”, crea l’iMac (entrando nel Guinness dei Primati per il libretto d’istruzioni più corto, oltre al successo strepitoso), sviluppa il Sistema Operativo NEXTSTEP dando vita (2000) a Mac OS X, tutto questo permise all’azienda di risollevarsi eccome ma intanto Windows era installato su oltre il 90% dei computer venduti!
Ma in California sembra che le mele non smettano mai di cadere dagli alberi, perché l’anno dopo iniziò l’era di sua maestà iPod, [singlepic id=877 w=150 h=190 float=left]altra rivoluzione anticipata, ma ormai la gente si era abituata all’innovazione contraddistinta dal morso, infatti dopo quasi 8 anni continua a vendere come se fosse una novità. A noi è andata bene (male alle case discografiche), erano gli anni di diffusione del peer to peer, se l’iTunes Music Store non fosse arrivato nel 2003 ma insieme alla scatoletta cantante forse la storia e le leggi sarebbero diverse.
Continua dalla prima parte che potete leggere QUI.